Musicoterapia Vocale
LA NOSTRA VOCE COME STRUMENTO DI CONNESSIONE ED ARMONIA
La Musicoterapia Vocale del Metodo Psicofonico V. Mastrangeli è uno strumento di crescita personale la cui finalità è permettere alla persona di recuperare sia un modello fonico utile per presentare verbalmente i suoi pensieri sia lo sblocco emotivo attraverso la vibrazione della propria voce.
Per sperimentarne gli effetti positivi è molto importante creare una dimensione di fiducia nei confronti del suono. Spesso chi balbetta, in virtù dei propri vissuti, associa alla propria voce sentimenti negativi e frustranti, rendendo la pratica vocale più un momento di giudizio verso di sé che un momento di profondo ascolto e di relazione.
Nelle esercitazioni, la musicalità del ritmo e le vibrazioni insolite della frase, detta dal terapeuta e ripetuta in modo corale dal gruppo, producono rilassamento e autodistensione; poi successivamente la voce del singolo trova individualmente la sua forza e la sua consapevolezza per recuperare il Piacere di Parlare.
Quali sono gli effetti della Musicoterapia Vocale del Metodo Psicofonico V. Mastrangeli?
La Musicoterapia vocale attraverso il prolungamento vocalico esercitato all’interno della parola (coome, quuando, proooonto) e successivamente della frase, viene realizzata dal soggetto in modo endogeno, cioè la fonte sonora nasce all’interno della persona e va gradualmente a ristabilire naturalmente il ritmo respiratorio alterato e permette di ritrovare la musicalità della frase perduta.
Quali sono le risultanti endogene?
Studi condotti presso l’Istituto Specialistico Villa Benia, dalla dott.ssa Cristina Mastrangeli a partire dagli anni ’80, hanno potuto evidenziare che la balbuzie produce nel soggetto una tensione muscolare cronica e nelle situazioni di maggior impegno verbale questa tensione aumenta per un’accelerata produzione di ormoni da stress (adrenalina, cortisol ecc.).
Il Modello Musicoterapico presentato stimola il passaggio del sistema neurovegetativo del soggetto da un interesse ortosimpatico (stato di vigilanza, tensione, stress tonico-emozionale) a un interesse parasimpatico (stato di quiete, ritorno dell’equilibrio tonico-emozionale). I muscoli contratti e rigidi dell’addome, del torace, delle spalle, del collo e della gola si sciolgono, si rilassano, si lasciano dolcemente andare al ritmo e all’armonia della frase. Inoltre la sollecitazione data dalla musicoterapia vocale determina il coinvolgimento dell’emisfero cerebrale destro: abbiamo quindi una collaborazione armonica tra l’area motoria sinistra che ha realizzato l’idea verbale e l’area motoria destra coordinatrice delle sequenze sonore.
Ecco perché nella tradizione popolare il famoso “canta che ti passa”.
Non è l’immediata “guarigione” ma è la base fonica che esercitata nel tempo dà insieme alla ricostruzione psicologica la possibilità di mettersi in contatto con la propria voce tanto temuta.